Il cassiere (uno che conta) - 06/06/2016
Ridacci la polemica!
Il 1928 ha preso Ogier dopo il rifiuto di Fava.
Il cassiere (uno che conta) - 06/06/2016
E' ufficiale.
Bill Gates è entrato nel 1928, le partite in casa verranno sposate dall'Arcoveggio a San Siro.
Conviene abbonarsi per tempo.
mai neanche registrato all'anagrafe - 06/06/2016
Calabrò, ma che cosa ci combini? Ricaccia il gioco!!
A noi che non possiamo giocare a rugby almeno lasciaci divertire così. Poi hai anche detto che chiudi, lasciaci giocare l'ultima settimana...
AAA - 06/06/2016
Chi è il terzo accovacciato da destra, che mi ricordo di averlo visto alla fiera vestito da donna?
Quello che conta con le dita - 06/06/2016
70 commenti, un record e tu lo nascondi? L'hai tolto dalla copertina per fare dispetto a Ogier?
L'angolo della tecnica. - 06/06/2016
EC, ce l'hai una foto di Melega sotto la doccia?
Tiziano Taccola - 07/06/2016
Una sferzata, una sberla per sperare di risvegliarsi dal coma. Aggiungo solo un'annotazione, in quanto vissuta di persona. Dopo la scalata alla serie A ai tempi di William allenatore e Pederzini Presidente ( fu lui che ci portò nella massima serie) il campionato di serie A avrebbe anche potuto essere salvato se non ci si fosse messa di mezzo la Federazione che ci cancellò la vittoria sacrosanta conseguita al Lunetta-Gamberini contro l'Olimpic Roma. Poi quell'anno, a pesare negativamente ci fu la partenza nel servizio militare di 4 giocatori: Brunelli, Parisini, Costa ed il sottoscritto. Ma la precisazione che voglio fare è un altra: Pederzini non abbandonò il Bologna Rugby: solamente morì! Non avrebbe mai abbandonato la sua squadra di cui era innamorato, tant'è che molti anni dopo saltò fuori uno scritto con cui lasciava, dopo la sua morte, una cospicua somma al Bologna Rugby. Questo scritto fu tenuto nascosto per tanti anni. Ecco, forse, quello che manca a Bologna è una serie di persone che siano innamorate del rugby, che è cosa diversa da essere innamorati della propria squadra.
G.d.F. - 07/06/2016
Lei, Sig. Taccola sprebbe anche dire a quanto ammontasse in Lire la cospiqua cifra di cui ha parlato? Quanti anni fa è stato reso pubblico il documento? E se ci fu effettivamente la donazione e nelle mani di chi?
Francesco Natale - 07/06/2016
Finalmente ec hai messo in evidenza la vera problematica del rugby bolognese (magari lo avevi fatto e mi é sfuggito l'articolo).
Io posso parlare da giocatore, e da tale posso riferire che tutti questi screzi riguardano per la maggior parte di chi un campo da gioco ormai lo guarda solo dalla tribuna. Per quello che ho sentito in questi ultimi due anni, da parte dei giocatori delle due squadre, c'é abbastanza perplessità sul fatto di non riuscire a unire le forze ed evolversi di livello, il che é un vero peccato perché i numeri ci sarebbero o sicuramente meglio dell'anno appena trascorso.
Quindi io tutto questo largo ai giovani non lo vedo, ed iniziando ad essere uno dei veterani della mia squadra me ne rammarico ancora di piú vedendo le nuove generazioni che salgono nella seniores.
P.s l'ottimo lavoro che modena ha fatto e continua a fare con il reparto giovanile, é perché investe nello staff tecnico giovanile, invece di parcheggiare persone che avrebbero ancora voglia di giocare ad allenare.
Ad onor del vero... - 07/06/2016
...Modena ha anche un centro con tre campi (e mezzo), una super palestra, una sede con bar/ristorante/luoghi di ritrovo per atleti e supporters e volendo anche un ampio parcheggio.
IL 1928 ha un prefabbricato ed un campo (e mezzo) in prestito, la Reno un gazebo ed un campo di patate (e mezzo) affittato da un comitato di gestione particolarmente ostile.
Ed il Comune stravede per il football americano, uno degli sport più pallosi mai visti.
Arianna - 07/06/2016
Un sentito ringraziamento alla pazienza di e.c. che con questo blog ha fatto emergere aspetti provinciali e squallidi del giro bolognese di ex rugbisty nostalgici e poco lungimiranti, compresi quelli che "lei non sa chi sono io ... che ci metto la faccia e isoldi ...": se aveste la pazienza di dare ascolto ai giovani trovereste energia entusiasmo e soluzioni percorribili.
Mi spiace per chi ha iposto in voi vanesperanze ...
.....aggiungerei..... - 07/06/2016
.....gli allenatori devono essere persone appassionate che investono sulle loro competenze, studiando e formandosi in continuazione, per essere sempre al passo con un gioco che è in forte evoluzione.....i problemi nascono quando ad allenare sono persone che vanno giusto per prendere due soldi o perché hanno tempo libero da riempire e nella migliore delle ipotesi allenano come si facevo 20 anni fa, quando da giocatori sono stati formati.... in giro di allenatori che studiano per crescere e far crescere ne vedo pochi.....anche in società blasonate.....dove ad allenare sono gli amici degli amici o i figli di qualcuno...... largo non va va dato ai giovani o ai vecchi, largo va fatto alle persone competenti. Quando le società investiranno in modo meritocratico su persone competenti allora faremo crescere anche i nostri giocatori e il movimento in generale.....altrimenti andremo sempre peggio, un lento ma inesorabile declino,come ora in molti posti.
Ad onor del vero... - 07/06/2016
... i nostri ragazzi in modo netto, ma sovente anche le prime squadre, si distinguono per una scarsa preparazione fisica, frutto più di scarsa attenzione all'argomento (anche per strutture insufficenti) che di carenze fisiche dell'atleta.
Poi può succedere che un bravo U18 messo in prima squadra finisca ll'ospedale con gravi lesioni, frutto di un contatto border line.
Arianna - 07/06/2016
Vero. Ma la meritocrazia in italia non esiste da nessuna parte. E i migliori oggi se ne vanno. ... volenti o nolenti
Minotauro - 08/06/2016
In ogni modo, in qualsiasi sport, un allenatore che inizi la carriera prima dei 30 anni sarà sempre un mezzo allenatore. A un ragazzo di 20 anni manca la pratica del campo, e parlerà sempre di cose che non ha mai vissuto. E potrà solo dire ai giocatori quello che gli hanno insegnato senza sapere il significato.
analfabeta - 08/06/2016
Infatti Minotauro, Mourinho ha iniziato ad allenare a 22 anni, avendo giocato fino a 20...... così, per citarne uno dei tanti che sono dei mezzi allenatori.
.....aggiungerei.... - 08/06/2016
.....al giorno d'oggi a 20 anni un ragazzo potrebbe anche avere alle spalle 15 anni di rugby se ha iniziato a giocare in U6 (e ce ne sono) e può aver già avuto un numero di allenatori tali da poter benissimo essersi fatto un idea di come deve e non deve essere un allenatore.... a 30 anni e ne ho conosciuti, ci sono allenatori che hanno giocato 15 anni di cui 6-7 ad altissimo livello,anche in nazionali giovanili e allenato per 10....... quindi forse l'età anagrafica può essere relativa.
Sopratutto se ci sono in giro allenatori con i così detti capelli bianchi che a parte i corsi minimi necessari per conseguire e mantenere i cartellini non si sono aggiornati e formati a 360°. Ci sono allenatori con i capelli bianchi che allenano come sono stati allenati loro 30-40 anni fa, quando il gioco era ancora poco evoluto e si usavano metodi superati.
La differenza non è data dall'età anagrafica, ma dalla preparazione di un tecnico, non è un caso che allenatori di altissimo livello, li si incontra a worckshop di altri allenatori, speso anche meno blasonati di loro ....la differenza è data dallo preparazione, dallo scambio di idee, dal vedere e analizzare cosa fanno anche gli altri....insomma, dallo studio.
Anonimo - 08/06/2016
Direi di più ! Ci sono allenatori senza capelli..... giovani o vecchi che siano..
Matteo R. - 08/06/2016
Infatti, il Rugby, al contrario degli altri sport, è rimasto sempre quella cosa arcaica da bolsi e ottusi rissaioli per 140 anni, poi in 15 anni, grazie all'illuminazione dello stile professionistico, è diventato lo sport di squadra più moderno ed elegante che ci sia. Il modello di fair play e fonte di educazione al quale ogni famiglia rispettabile ambisce per la formazione dei propri figli.
Largo ai giovani.
Matteo R. - 08/06/2016
Tra l'altro, come cita l'amico Aggiungerei, 40 anni fa si allenavano con dei metodi che erano già superati allora, sicchè un allenatore, se poi lo si può definire così, che abbia iniziato ad allenare a quel tempo, adesso, a 70/80 anni cosa potrà mai insegnare ai nostri giovani?
un ex calciatore del S. Lazzaro - 08/06/2016
Concordo col Minotauro, la pratica di gioco è essenziale e per gioco si intende il gioco vero con tutte le regole seniores, non il minirugby, o la u.14 o u.16 dove i tempi sono ridotti e spesso i bambini giocano anche senza essersi allenati
Infatti Minotauro, Mourinho ha iniziato ad allenare a 22 anni, avendo giocato fino a 20...... così, per citarne uno dei tanti che sono dei mezzi allenatori.
Teseo - 08/06/2016
Sono perfettamente in linea con il pensiero dell'analfabeta, sono costellati gli Annuari del Calcio Illustrati, c'è Mourigno, poi Mourigno, poi ancora Mourigno, ecc. ecc.
Melega Daniele - 09/06/2016
Secondo me si pone troppa enfasi sul concetto della passione e dell’amore per il rugby, se io ho male ad un dente cerco un dentista professionalmente capace non un appassionato , ed il troppo amore rende ciechi quanti uomini bastardi hanno ucciso la propria compagna per “amore”.
Sono poi in perfetta assonanza con …. Aggiungerei… che dice “i problemi nascono quando ad allenare sono persone che vanno giusto per prendere due soldi o perché hanno tempo libero da riempire e nella migliore delle ipotesi allenano come si facevo 20 anni fa, quando da giocatori sono stati formati.
Come non essere in rima con chi si cifra con lo pseudonimo ad onor del vero e che esplicita “si distinguono per una scarsa preparazione fisica, frutto più di scarsa attenzione all'argomento (anche per strutture insufficenti)”.
MA CHI PAGA? rippeto CHI PAGA? chi trova i baiuc, la pilla, insomma gli euro per avere delle strutture sufficienti? Chi caccia il grano per ingaggiare allenatori professionalmente capaci cosi da mettere in naftalina gente vecchia come ad esempio Melega Sgarzi Biavati Lelli Pinardi…. ecc. ecc.
Quindi diamoci da fare, troviamo presidenti ricchi, dirigenti lungimiranti e giovani e capaci allenatori cosi rottamiamo questi allenatori cacciamo questi presidenti c’and la plomma in bisaca ( senza sodi in tasca per i non petroniani)
Concludo con un sillogismo Il limite del rugby bolognese sono i dirigenti e gli allenatori attuali ma senza queste persone non ci sarebbe il rugby a Bologna.
.....aggiungerei..... - 09/06/2016
Salve Melega
Ha ragione nel chiarimento iniziale e la ringrazio, sottintendevo che la passione portasse alla giusta formazione (voglia di studiare), mi scuso per essermi espresso in modo non chiaro, ma lei ha fatto la giusta precisazione.
Per altro lei tocca un tema fondamentale, quello del chi paga.
In Inghilterra dopo il fallimento del mondiale la RFU (federazione inglese) ha investito in campi da gioco in sintetico, aiutando i club ad avere infrastrutture che potessero elevare il lavoro di formazione.
In italia, come giustamente dice, senza i tanto vituperati presidenti,dirigenti ed allenatori attuali non ci sarebbe nulla e questo è molto triste.
...toglierei... - 09/06/2016
Bisogna restare con i piedi per terra!! Il rugby fa parte, senza possibilità di scampo, degli sport minori, e in più è un gioco dove bisogna essere in tanti. Un presidente e uno sponsor che nella pallavolo, ad esempio, possono fare molto, da noi non riescono neanche a muovere la polvere. E' da matti pensare ai professionisti, anche solo pensare di imitarli, salvo inguaiarsi per un puro divertimento!!
Reno boy - 11/06/2016
Sport minore mica tanto, ti ricordo che come finanziamenti la fir è dietro solo al calcio.
Poi che spenda i soldi per comprarsi la sede nuova a Roma questo è un altro discorso.
Toglierei - 11/06/2016
La valutazione te la danno i quotidiani in edicola e le principali emittenti televisive e radiofoniche "in chiaro".
Lo sputtanamento di soldi non conta, non fa gradimento presso il pubblico.
Fan di Melega - 11/06/2016
Ma caro Daniele, soldi a parte, è innegabile il fatto che vedendo le nostre giovanili giocare, si ha sempre la sensazione di squadre inferiori fisicamente, a parte qualche virgulto favorito dalla natura.
A questo si aggiunge che spesso non tengono la palla in mano, non sanno calciare, hanno fondamentali spesso carenti, passano in modo puerile.
E' chiaro che spesso si trova a giocare qualcuno non all'altezza per via della difficoltà di metterne 15 in campo, ma anche a ranghi completi lo spettacolo, se confrontato a quello di altre realtà, è quello che è.
tanto per... - 09/06/2016
ma all'Ignorante glielo spiega qualcuno che Mourinho è un allenatore di calciatori da 10 zeri che i fondamentali lui hanno già imparati da degli altri?
Enigma? - 10/06/2016
tanto per; il tuo è un messaggio cifrato per gli alleati?
Operazione Ruthless - 10/06/2016
I nostri ragazzi arrivano in prima squadra che non hanno un'idea dei fondamentali ergo Bisogna insegnarglieli ergo un allenatore alla Mourinho non serve/ non potrebbe esprimere il suo potenziale.
Anonimo - 10/06/2016
Inoltre lo stesso Mou, con la palla ovale non è che abbia un curriculum ineccepibile
Mau ha iniziato con gli allievi ad allenare.....detto questo, anche nelle seniores si insegnano o consolidano i fondamentali...... si chiamano così proprio per un motivo!
Poi i fondamentali, vanno al servizio della strategia e dalla tattica e ci costruisci il gioco!
Ho fatto l'esempio di Mau per riferire uno dei tantissimi che ha iniziato giovanissimo ad allenare e senza avere un gran vissuto di gioco e lo fatto nel calcio, perché quelli che conosco nel rugby non sono noti al volgo, quindi inutile citarli.
Anonimo - 10/06/2016
OOOOH! Fenomeno! Il volgo a chi? Vai a scambiare la merda per cioccolata sul sito della Gazzetta!!!
volgo inteso come: la parte più numerosa e anonima di una collettività....... non volevo offendere nessuno, se qualcuno si è sentito offeso me ne scuso profondamente.
Cuore gialloblu - 10/06/2016
Va laaa, scherzavo, ti stavo prendendo in giro!
.....è un attimo che qui si scaldino gli animi.... meglio precisare e rasserenare....